Morsicando la mela dell’eterno

Sono passati 16 giorni dalla notizia della morte di Steve Jobs… ho voluto lasciar passare questo tempo prima di scrivere un mio ricordo. Le emozioni di quel giorno, di quella mattina sono ancora vive… solo un po’ meno “calde”, forse meno “bollenti”. Ricordo che ero in auto sulla A4 (come spesso capita!) nel tragitto verso l’ufficio… la radio parlava delle notizie del giorno e l’apertura raccontava della morte di Steve Jobs, ricordando chi era e ciò che aveva fatto nella vita.

Dopo 16 giorni arriva questo mio ricordo. Parlare di Steve Jobs non è semplice. Chi ne ha parlato in questo periodo forse l’ha fatto con troppa sufficienza e semplicità che i mass media obbligano ad utilizzare. Il personaggio era complesso. E lo è tuttora, oggi stesso. I grandi personaggi della storia non sono semplici. Pensare che lo siano, li sottovaluta. Parlare di Steve per me è sempre un onore. E’ accendere una scintilla di speranza nel mio animo. Pensare a chi e cosa è stato e ha rappresentato mi fa pensare che cambiare le cose è possibile. Cambiare e migliorare. Troppo spesso in questi giorni trascorsi dal 5 di ottobre ho sentito parlare di Steve come “l’inventore dell’iPod”, “la persona che ha venduto X milioni di iPhone” etc. etc.. E’ minimizzare, quasi annullare, ciò che Steve Jobs ha dato al mondo, non solo quello dell’informatica. Non voglio essere qui a ripetere ciò che Steve Jobs ha fatto: non sono il suo biografo e forse nemmeno ne ho le conoscenze complete per farlo.

Quello a cui tengo è dargli onore a modo mio. E’ una piccola mattonella in un pavimento infinito. Ma credo sia importante. Per me Steve è una sorta di modello, ma anche una sorta di mentore. La sua visione dell’informatica nella vita quotidiana coincide con la mia. Semplicità, efficacia e fruibilità. Gestione dell’informazione ed accesso ad essa in ogni istante in cui una persona vuole o ne ha bisogno. Portare la rete nella quotidianità molto più di quello che si era abituati a fare era solo la partenza per un cambio epocale. Per la rivoluzione dell’informazione. Forse la prima vera rivoluzione dopo quella industriale. La grandezza di averlo immaginato come ideale e, soprattutto, come possibile è incredibile. L’inizio di tutto è stato pensare alla semplicità d’utilizzo del computer quando tutte le altre aziende pensavano solo all’ambito “business”. Apple ha inventato i sistemi operativi “a finestre” e l’utilizzo del mouse come oggi fa ogni sistema operativo. Ha semplicemente permesso ai computer di entrare nelle nostre case perché di semplice utilizzo. E di alta utilità. Il genio di Steve Jobs ha dato tanto, a tanti settori. Anche al cinema, se pensiamo alla Pixar. Si potrebbe dire “genio trasversale”. E poi quando la musica era in crisi a causa degli mp3 scaricati da Napster e compagnia bella, ecco arrivare l’iPod (che in fin dai conti sfruttava anche il fenomeno Napster e simili) con l’iTunes Store. E l’mp3 da killer delle Major ne è diventato il salvatore. Alzi la mano chi l’avrebbe pensato quando tutti usavamo Napster. Onestamente. Non serve salire sul carro dei vincitori ora: tanto la pirateria dell’mp3 esiste sempre e sempre sarà così, ma le case discografiche hanno ripreso a vendere grazie all’iTunes Store e cloni! Apple poi ha inventato l’iPhone: uno smartphone nel vero senso della parola. Una rivoluzione: il primo telefono (pensate a cosa era il cellulare prima) che portava la rete nelle tasche delle persone. Sì, dico il primo: tutti i cellulari che prima supportavano il protocollo WAP in realtà non portavano nulla di Internet con sé. L’iPhone ci ha portato internet come già lo conoscevamo, però ce l’ha portato in un mezzo che poteva sempre essere con noi e d’uso immediato. Ricordate poi i primi tablet pc? Definiti globalmente una “ciofeca”, un fallimento. Roba da dimenticare insomma. Invece poi è arrivato l’iPad. Qualcuno dopo mie entusiastiche parole alla presentazione, me lo definì “quella tavoletta inutile, quell’iphone gigante”. Chiaro riferimento ad altre tavolette. Non ho più chiesto a questa persona cosa ne pensa ora: forse ora questa persona ha una wishlist nelle cui righe compare la voce iPad 2! Nessuna polemica…

Ritorno a bomba su Steve Jobs. Dalle mie righe precedenti (e molto sintetiche) si ritrova un cambio epocale. Quell’essere visionario e stupendamente sognatore indomito. Quell’essere deciso a cambiare il mondo e a lasciare un segno indelebile nella storia. Che si dica o no, la quotidianità è cambiata grazie ad Apple. Quindi in buona parte all’estro caparbio e sognatore del suo fondatore. Io mi guardo intorno e mi accorgo di scrivere e lavorare con un iMac e un Macbook Pro. Di telefonare con un iPhone 4. Di accedere alla rete dall’iPad. Di ascoltare musica con iTunes e l’iPod. Di vedere YouTube e la mia libreria fotografica direttamente sulla TV grazie all’AppleTV. E anche mia moglie fa le stesse cose. La nostra vita è cambiata con le invenzioni di Apple, con i prodotti della “Mela Morsicata”. Chiaramente non tutto nasce da invenzioni o brevetti di Steve Jobs stesso. Ma ricordiamo che ogni idea in Apple andava vagliata e approvata da Jobs in persona. E diverse centinaia di brevetti portano proprio la sua firma. Consequenzialmente posso affermare che Steve Jobs ha cambiato la nostra vita. Non ho dubbi. Sia chiaro, non voglio mitizzarlo. Sto riportando una realtà verificabile.

Sarà eccezionale ricevere l’eredità di Steve Jobs nei prossimi anni: Tim Cook ci condurrà per mano nel ricevere ancora un po’ di prodotti figli del genio di Steve e della sua approvazione. Considero Steve come una sorta di mio mentore. Purtroppo non diretto: mi sarebbe piaciuto molto potergli parlare e magari lavorare a fianco, anche per poco. Accettando le sue famose sfuriate, ma ammirando la sua genialità. Lo definisco “mentore” in quanto “modello” d’essere coraggioso e fantasioso. Hungry and foolish. Affamato e folle, come disse nel famoso discorso tenuto ad Stanford.

La morte di Steve lascia un vuoto incolmabile. Abbiamo perso un’innovatore in grado di cambiare la “rotazione” del mondo interrompendone la monotonia dell’ovvietà e della scontatezza. Si è perso un uomo originale e anticonformista che ha creduto perdutamente nei suoi sogni. E’ bellissimo pensare a quanto ha fatto. E con quale spirito lo ha fatto. Lui stesso ha detto di non averlo mai fatto per soldi ma per credo. Ci si può credere o no. Sta di fatto che l’ha fatto! Quanti partono con grandi idee e, dopo i primi successi economici, non le raggiungono totalmente perché “arrivati economicamente”. Steve Jobs non è stato tra quelli. Pertanto voglio solamente dirgli grazie infinitamente con questo mio ricordo che durerà per me una vita intera. Gli uomini nascono, vivono e muoiono. Steve Jobs è nato, vissuto e morto ma è entrato nell’eternità degli Eroi storici. Di chi non ha tempo e non dipende da bandiere o credo. Eroe universale, mito senza confini.

Riposa in pace, Steve. Già ci manchi e lo sentiremo sempre di più. E’ difficile accettare la tua scomparsa prematura. Troppo affamati di sogni, troppo assetati di realtà siamo per credere alla tua morte.

Riposa in pace, Steve. Grazie di aver morso per noi la mela.

Steve Jobs a Stanford

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